Il Cristo risorto effonde sulla sua Chiesa il dono dello Spirito Santo perché essa sia guidata alla verità tutta intera. E così, mentre domenica scorsa la sacra liturgia si è soffermata a contemplare il mistero di Dio in se stesso, in questa seconda domenica dopo Pentecoste siamo invitati a contemplare il Sacramento della Santissima Eucaristia memoriale dell’opera salvifica di Cristo.
Il Vangelo di questa domenica ci riconduce, ancora una volta, nel cenacolo la sera del giovedì santo e ci racconto l’istituzione dell’Eucaristia: «E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: “Prendete, questo è il mio corpo”. Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: “Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio”» (Mc 14,22-25).
Con la propria Pasqua Gesù ha istituito la nuova ed eterna Alleanza tra Dio e noi. Tutto questo ci è donato sempre e di nuovo nell’Eucaristia. Attraverso il sacrificio di Cristo la nuova Alleanza è stata instaurata: Egli ha preso la propria sofferenza e la propria morte e le ha trasformate in sacrificio di alleanza. Nell’Ultima Cena Gesù anticipa tutto questo e gli conferisce il significato di un amore vittorioso.
Per questo motivo la solennità del Corpus Domini riempie la Chiesa di gioia e di gratitudine per l’amore immenso con il quale Dio ci ha amati e che permane in mezzo ai credenti nell’Eucaristia celebrata e adorata.