Continuano i tentativi per cogliere Gesù in errore. «Udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei» (Mt 22,34) – dice il Vangelo di questa domenica – i farisei “ritornano all’attacco” e «uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova» (Mt 22,35). E questo dottore della legge interroga Gesù su una questione allora molto dibattuta tra le scuole teologiche dei dottori della legge: «Qual è il più grande comandamento della legge?» (Mt 23,36). Il punto era questo: tra i 613 comandamenti della legge ebraica quale deve essere posto in cima alla lista?
La risposta di Gesù si rifà ad un testo del Deuteronomio e ad uno del Levitico: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti» (Mt 22,37-40). La risposta di Gesù si sottrae però alla logica della discussione dei dottori della legge poiché non indica il primo comandamento ma il centro di tutto e da cui tutto deriva: l’amore per Dio amato con tutto il cuore, l’anima e la mente. Si tratta di un amore che esige la totalità di noi stessi ossia un amore senza misura come è l’amore di Dio nei nostri confronti. Da questo amore per Dio dipende l’amore per il prossimo poiché scrive San Giovanni nella sua Prima Lettera: «Noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo. Se uno dicesse: “Io amo Dio”, e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello» (1Gv 4,19-21).