Nell’ultima domenica dell’anno liturgico si celebra la solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo. Così affermiamo che in Cristo tutto l’universo trova la sua pienezza e la sua destinazione; per questo a Lui spetta l’obbedienza di tutti gli uomini.
Tutto questo è rappresentato nel Vangelo attraverso un grandioso affresco che inizia con l’affermazione, da parte di Gesù, della sua regalità: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria» (Mt 25,31).
Questo potere glorioso di Cristo si manifesta, poi, nella sua autorità di compiere il giudizio universale: «Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra» (Mt 25,32-33). La fine della storia avverrà proprio nel momento del giudizio universale che segna l’avvento definitivo di Cristo: al suo ritorno definitivo tutti gli uomini saranno radunati al cospetto del re dell’universo per essere giudicati di fronte a Lui. Questo giudizio è espresso con il verbo “separare”. E, nell’ascoltare come avverrà questo giudizio, scopriamo che Gesù si immedesima con coloro che sono bisognosi, che soffrono e che sono in qualsiasi genere di difficoltà; e allora comprendiamo che il potere supremo di Cristo, re dell’universo non è un potere oppressivo ma un potere utilizzato per farsi prossimo degli ultimi; anzi il re dell’universo si fa così prossimo degli ultimi tanto da identificarsi con loro. È su questo che, anche noi saremo giudicati, sulla nostra capacità di vedere la realtà oltre l’apparenza esteriore per cogliere la verità di tutto in Gesù Cristo colui dal quale proviene ogni cosa, Colui verso il quale ogni cosa è destinata.
In questa domenica, ricordiamo il giorno santo (23 novembre 2003) in cui la nostra chiesa è stata consacrata all’adorazione di Dio e all’incontro tra il Signore e il suo popolo che qui si raduna.