“Non ci tratta secondo i nostri peccati, non ci ripaga secondo le nostre colpe”, recita il salmo responsoriale; così si regola il Signore noi. Dio si relaziona con l’uomo da padre. Con i figli ci regoliamo così: pazientiamo di fronte alle loro ribellioni, accettiamo se, giunti all’età adulta, si allontanano dalla via del Bene sulla quale li abbiamo introdotti. Godiamo quando, dopo aver commesso degli errori a causa della loro testardaggine, tornano a noi. Non aspettiamo quel momento per sanzionarli, ma con gioia li riaccogliamo, pronti sempre ad ascoltarli, sostenerli, aiutarli; scusando tutto e donando sempre con generosità. Siamo immagine di Dio, d’altra parte. Gesù ci esorta ad assomigliare al Padre in modo ancora più radicale: come Egli elargisce a ogni uomo la sua bontà e misericordia, così allo stesso modo chiede di comportarsi a colui che decide di aderire all’annuncio di salvezza. L’amore incondizionato verso i figli ci viene spontaneo: è istintivo. L’amore verso i nemici richiede sforzo e annientamento. Nel parallelo discorso di san Matteo, Gesù dice: “Entrate per la porta stretta”. Non è uno scherzo l’adesione al Vangelo; non è un gioco la sequela di Cristo: richiede vi sia corrispondenza tra ciò in cui diciamo di credere e i nostri comportamenti. La prospettiva di un impegno simile può scoraggiare; la mentalità corrente spinge al godimento immediato, mentre fatica e perseveranza sono considerati mostri da evitare. Perché tentare di assomigliare al Padre celeste? Perché “il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo”. Si tratta di un’opportunità da non perdere. Essere figli dell’Altissimo significa gustare appieno la compagnia di Dio nella nostra quotidianità; sentirci accompagnati in ogni situazione, avere la certezza che nulla a Lui sfugge di quanto ci accade, avvertire la Sua consolazione nel momento del dolore. E, perciò, vivere beati su questa terra: felici, appagati, perché certi che Dio Padre veglia sempre su di noi e non ci abbandona nel giorno della sventura. Questa è la Buona Notizia. È per ogni uomo. Non tutti, però, la conoscono, mentre a noi è stata annunciata. Non disprezziamo un tale dono, approfittiamo invece di questo privilegio.