Con la Solennità di Pentecoste, trascorsi cinquanta giorni dalla Domenica della Risurrezione, la Pasqua giunge al suo compimento come pregheremo nei secondi vespri di questo giorno: «Oggi la Pentecoste è compiuta, alleluia, oggi lo Spirito appare come fuoco ai discepoli; con doni e carismi li manda su tutta la terra per la testimonianza del Vangelo: Chi crederà e sarà battezzato avrà la salvezza, alleluia» (Antifona al Magnificat). La vita della Chiesa, il nostro oggi, è frutto della Pasqua nel dono dello Spirito Santo.
Nel Vangelo Gesù annuncia tutto questo evidenziando due aspetti. Il primo è questo: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio» (Gv 15,26-27). La capacità dei discepoli di rendere testimonianza a Gesù dipende dal dono dello spirito Santo che il risorto effonde su di loro dopo il suo innalzamento nella gloria nel mistero dell’Ascensione al cielo. Questo si è attuato immediatamente il giorno della Pentecoste come ascoltiamo nella prima lettura.
Il secondo aspetto riguarda lo Spirto Santo che ci conduce alla conoscenza della verità: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà» (Gv 16,12-15). Non si tratta di una nuova rivelazione ma di far penetrare nell’intimo della nostra vita il mistero pasquale di Gesù perché in noi esso possa dispiegare la sua potenza rigeneratrice e trasformatrice.