Nozze di Cana: terza sfaccettatura dell’Epifania del Signore. Il Vangelo di oggi completa il significato del tempo liturgico del Natale. Gesù Cristo si fa conoscere pienamente al mondo: accade con la visita dei Magi, prosegue con il Battesimo al Giordano, si perfeziona nelle Nozze di Cana. Con questo episodio, san Giovanni dà inizio al Vangelo dei segni: capitoli nei quali Gesù compie prodigi, attraverso i quali intende dimostrare di essere veramente il Messia e condurre gli uomini a credere in Lui. “Manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in Lui”. La Gloria significa il volto, la sua vera identità: Gesù mostra chi è veramente. Non si accontenta di farlo con i discorsi; Egli sempre affianca alle parole i gesti, alla teoria la prassi. La gloria di Cristo, poi, si manifesta pienamente sulla croce, il fatto concreto per eccellenza. Pensiamo a quanto i gesti sono importanti nelle nostre vite. Se un marito dice di amare la moglie, ma regolarmente si dimentica del suo compleanno, o dell’anniversario di matrimonio, prima o poi la donna comincerà a dubitare che l’amore dichiarato a parole sia reale. Se un uomo di Chiesa condanna gli scandali, predica l’esortazione ad abbandonarsi alla Provvidenza, e poi si scopre che vive in appartamenti principeschi, come l’annuncio del Vangelo potrà raggiungere i lontani? Se un cristiano insegna molto bene la norma evangelica dell’amore al nemico, ma, di fronte al male ricevuto, non riesce a perdonare il detrattore: cova rancore o, peggio ancora, medita vendetta, come potrà, chi ascolta, credere nel valore, nella convenienza e nella bellezza di quanto predicato da Gesù nel Sermone della montagna? I gesti dicono molto di più delle parole. I nostri gesti quotidiani dovrebbero manifestare la Gloria di Cristo, mostrare il suo volto agli uomini del nostro tempo; spiegare chi è Gesù; dire quanto la proposta evangelica è attraente e conveniente. Dobbiamo esserne persuasi noi per primi, altrimenti non possiamo testimoniare nulla. L’auspicio è che si realizzi nelle nostre esistenze ciò che imploriamo nella preghiera di Colletta: “Fa’ che la Chiesa sperimenti la forza trasformante del tuo amore e pregusti la gioia delle nozze eterne”.