“Gesù faceva questo discorso apertamente”; “Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo”. Queste frasi evidenziano come Gesù e Satana si accostano a ciascuno di noi in maniera completamente differente: Gesù ci dice le cose come stanno, senza omissioni, forse anche senza tatto e diplomazia. Satana invece, il mentitore, è subdolo, doppio, falso. Dobbiamo stare all’erta, perché questa sua falsità può non risultare immediatamente evidente, come accade nel Vangelo di oggi. Proviamo a immaginare il contenuto di quel rimprovero; è anche possibile che le motivazioni portate da Pietro fossero razionali, plausibili, di buon senso. Forse avrà detto a Gesù frasi di questo genere: “Ma cosa dici, Gesù! Ti rendi conto che con questi discorsi rischi di far scappare tutti? E spiegami, poi, perché devi proporre la religione come un insieme di difficoltà? Seguire Jahvè non dovrebbe essere una cosa bella, gioiosa? Sempre con questa negatività incombente!”. Eppure Gesù non solo rimprovera Pietro, ma rincara anche la dose, rendendo ancora più esigente la proposta. “Rinneghi se stesso”. Cioè, dica di NO, dichiari di non voler conoscere quella persona egoista, vendicativa, esigente con gli altri, rancorosa, indisponente e indisponibile; aggressiva, pettegola, malevola nei giudizi; mormoratrice, sempre scontenta di tutto. Un NO a quello che sono, ogni giorno, accettando anche le conseguenze che questo comporta, e cioè che gli altri possano farmi del male, imbrogliarmi, togliermi ciò che mi spetta. Quel “Prenda la sua croce e mi segua” può essere detto anche con le parole di Matteo “Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite ed umile di cuore” (Mt 11,29). La proposta è seria e faticosa. Forse per questo Gesù “impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno”: perché temeva che i discepoli, che ancora avevano capito molto poco della sua predicazione e dei segni che compiva, annunciassero un Messia differente da quello che Dio Padre aveva pensato di mandare nel mondo. Un Messia simpatico, pacioccone, accondiscendente, dai buoni sentimenti, che magari propone tante buone opere da compiere; che non chiede di dire no a se stessi. Ma che, al tempo stesso, non può salvare l’uomo, perché non parla al suo cuore e non gli indica la via per ottenere la pienezza della vita e della gioia.