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“Essa ha messo tutto quello che aveva”. “Amerai Dio con tutta la tua forza”. “Vendi quello che hai e dallo ai poveri”. “L’uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola”. “Se la tua mano ti scandalizza, tagliala”.

Se torniamo ai Vangeli delle domeniche precedenti, ci accorgiamo che c’è un filo rosso che li unisce: l’invito a dare a Dio il primato; essere disposti a lasciare tutto per seguirlo.

Il Vangelo secondo Marco, infatti, è definito catecumenale: contiene il kerigma e i fondamenti dell’annuncio cristiano, per coloro che si preparavano a ricevere il Battesimo. A noi che abbiamo ricevuto il Battesimo da bambini non fa male tornare a quel cuore. Il Signore ci chiede tutto, anche di abbandonare le nostre sicurezze. Non è possibile condurre una vita doppia, un po’ da pagani, un po’ da cristiani: le situazioni ambigue vanno tagliate. Anche gli affetti più cari passano in secondo ordine, di fronte all’invito di Gesù di diventare suoi discepoli.

Ai cristiani viene allora richiesta una vita di mortificazioni, di rinunce ad ogni desiderio o aspirazione? Ci attende un’esistenza grigia, faticosa, monotona? No: lo scopo dei sacrifici è ottenere un bene maggiore, un benessere concreto.

Il grande bene è la Vita Eterna, che nel linguaggio evangelico non significa soltanto vita dopo la morte, ma pienezza di vita qui. Significa essere appagati dal proprio quotidiano, pur con tutti i limiti e le difficoltà che esso presenta; significa essere sereni nelle tribolazioni, miti di fronte ai torti subiti, umili e concilianti nelle relazioni. E non perché così siamo dei buoni cristiani, ma perché così stiamo bene. Assomigliamo un po’ di più a Cristo, viviamo abbandonati nelle braccia del Padre.

Per ottenere questa figliolanza, ci viene ribadito che la via è quella di consegnare tutta la nostra esistenza a Dio Padre. Sotto ogni aspetto: spirituale, umano, materiale. Non è semplice: istintivamente tendiamo a preservare ciò che ci appartiene.

Molte, però, sono le occasioni che abbiamo per vivere la condizione delle due vedove di questa domenica: le difficoltà, le umiliazioni, le sofferenze, le delusioni che la vita riserva.

Queste esperienze ci abbattono, ci provano. Ma sono anche i momenti privilegiati attraverso i quali viene rimosso ogni ostacolo nel cammino verso il Dio misericordioso, affinché possiamo dedicarci al suo servizio (Colletta di oggi).

 

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