Di tanto in tanto il Censis ci offre numeri che disturbano non solo i nostri sogni ma, soprattutto, le nostre coscienze. In Italia, ecco i numeri fatali: i single sono arrivati a sette milioni. In 10 anni sono cresciuti del 40%. Se spieghiamo ancora un po’ di numeri, la fascia fino a 45 anni è cresciuta addirittura del 66%. Mi fermo, con il nodo in gola. Chi crede fermamente nella coppia e nella famiglia queste cifre le proietta in avanti. Vede figli soli, adulti soli, case mezze vuote, avventurette cretine, consumi insulsi, bullismo, omicidi, teppismo da abbandono.
Mi pare di aver capito che sono le donne le più colpite dalla solitudine (il 15,5% rispetto all’11,6% degli uomini). Il groppo non mi prende la gola solo per i numeri, ma perché dietro di essi ci sono fragilità nuove, pericolose, preoccupanti. I figli allevati da un solo genitore, le donne madri proiettate sui figli per riempire il vuoto che sentono dentro e non per il di più d’amore che esce dal loro cuore, i padri spaesati che vedi sopravvivere tristemente in pizzeria il sabato che “tocca a loro”, più in compagnia del telefonino che del figlio. Un paese ridotto a luogo nel quale convivono abitanti – stranieri tra loro – ha il fiato corto. A loro il futuro non interessa e il progetto di vita viene svenduto per un piatto di lenticchie e un orologio Rolex. Non so se, poi, ho capito bene, ma il drammatico è ancora più drammatico: il paese Italia non ha capito che sta sbagliando. Le proiezioni ci dicono che il fenomeno crescerà!
Perché non voglio crederci, vi trascrivo questa e-mail che, da sola, annuncia un mondo nuovo.
“Sono una ragazza di 26 anni, sposata con un uomo a dir poco meraviglioso! Nel mese di febbraio abbiamo avuto una splendida sorpresa: Dio ci ha concesso di diventar genitori! A giugno, però, arriva una doccia fredda: è stata riscontrata una cardiopatia al nostro piccolo. Parliamo con il cardiologo che ci rincuora un po’, dicendo che il bambino in grembo sta bene. A 6 mesi di vita, e poi successivamente a 3 anni, dovrà subire degli interventi chirurgici per sistemare la situazione e poi – se Dio vorrà – avrà una vita normale. Se il cardiologo ci ha tirati un po’ su, il ginecologo ci ha uccisi moralmente dicendoci che se era un peso troppo forte da sopportare, visto che siamo ancora giovani, eravamo ancora in tempo per abortire! Io e mio marito abbiamo categoricamente detto di no; poi ci ha detto di fare almeno un’amniocentesi diagnostica e anche questo abbiamo rifiutato!
Ora però abbiamo bisogno di tanta preghiera. Non chiediamo il grande miracolo, ossia che il cuore del bimbo risulti assolutamente nella norma, perché sappiamo di non meritarlo, ma almeno che abbia solo quel problema al cuore e che Dio e la Madonna gli diano la forza necessaria per poter affrontare quello che deve affrontare. Chiediamo pure un piccolo miracolo per noi, perché Dio ci dia la serenità necessaria per superare questo periodo e arrivare alla data del parto più forti che mai! Noi preghiamo tanto e questo è molto bello perché ci dà forza. La prego ci ricordi nelle sue preghiere”.
Chi crede in questi miracoli fermerà l’enorme frana che sta seppellendo il cuore di molti!
don Antonio Mazzi