Una volta si usava molto l’espressione “fare Pasqua” dando a questo modo di dire non tanto il significato di partecipazione ai riti della Settimana Santa, ma quello della celebrazione del Sacramento della Penitenza con una Confessione fatta bene per accostarsi al banchetto dell’Eucaristia.
Certo è importante vivere le celebrazioni pasquali, ma senza una buona celebrazione del Sacramento della Penitenza si arrischia di vivere la Pasqua solo esteriormente: è infatti in questo Sacramento che ognuno di noi, personalmente, muore al peccato e rinasce alla vita nuova in Cristo facendo rifiorire la grazia del Battesimo offuscata dalle colpe da noi commesse.
Il peccato non consiste semplicemente in un limite dell’uomo o in una sua insufficienza, o in una sua mancanza, né si deve confondere con l’errore o lo sbaglio. Il peccato è qualche cosa di molto più profondo. Il peccato è un atto compiuto liberamente dall’uomo contro la volontà di Dio, è pertanto un’offesa a Dio, perché in contrasto con la sua volontà, è rottura della sua amicizia e comunione con Lui.