Il cristiano appartiene alla Chiesa e la Chiesa non è eterea, non è un’astrazione. In pratica si rende visibile e concreta nella “Chiesa locale”, cioè la “parrocchia”. E la parrocchia è questo nostro paese, una zona precisa, un quartiere, una porzione delimitata di territorio che fa capo ad una chiesa.
La parrocchia, soprattutto, sono le persone, un gruppo piccolo o grande di persone, che vivono in una zona. Chiamiamola anche “famiglia”, la famiglia di chi con il Battesimo è diventato e vuole essere cristiano. Una comunità di uomini e di donne che, appunto perché comunità, famiglia, sono uniti fra di loro: se no che famiglia è? Ognuno con i suoi pregi e difetti, con le sue virtù e i suoi vizi, ma tutti bisognosi di conoscersi, di comprendersi, per diventare migliori. La parrocchia unifica, guida, celebra l’amore di Cristo con i Sacramenti, insegna il Vangelo, unica parola vera e adatta a tutti.
Papa Giovanni XXIII la definiva “la fontana del villaggio” a cui tutti vanno ad attingere e intorno alla quale ci si ritrova da amici.
Allora tu ce l’hai la parrocchia? O vai di qua e di là come le farfalle? O ci vai solo quando ti pare e ti fa comodo? Se la parrocchia è la tua famiglia, la tua “fontana”, occorre esserle fedeli. E amarla come si ama una madre.
La tua famiglia non è per te un caldo rifugio, un punto sicuro di riferimento, quasi un grembo materno senza il quale non si può vivere? Così la tua parrocchia, se sei un po’ sensibile a queste cose, è vera madre che genera alla fede con il Battesimo, sostiene la crescita di ognuno con l’Eucaristia e gli altri Sacramenti.
Se la ami sul serio non puoi frequentarla una volta l’anno; non cerchi una chiesetta nel bosco per il Battesimo di tuo figlio, o una basilica d’arte per le belle foto del Matrimonio. Cercherai la tua Chiesa, quella che è la tua famiglia.
Non ti pare?
“Vita pastorale” Ed. Paoline