Ascoltando l’episodio biblico, riportato nella prima lettura di questa domenica, notiamo che Dio, affidando a Mosè parole importanti, ha voluto che fossero scolpite nella pietra perché non venissero dimenticate facilmente. Esse vanno lette ed interpretate come dono di Dio in attesa di una risposta dal suo popolo, risposta che oggi Egli continua a chiedere a noi. Non è facile trasmetterle ai bambini e ai ragazzi, più difficile ancora farle diventare patrimonio dei piccoli che, nel Sacramento della Riconciliazione, presto incontreranno Gesù. È Lui che, pur riconfermando la validità della legge mosaica, ci viene in aiuto e ci fa comprendere che i Comandamenti con il “NO” non sono dei divieti ma servono a dire “SI’” a qualcos’altro. Gesù ci dona un Comandamento “nuovo” che li comprende tutti, il Comandamento dell’Amore. Le parole di Dio, in positivo, risultano allora inviti chiari, a volte esigenti, a cui dare risposta nella propria vita. La vecchia legge viene superata, liberata dal formalismo, fatta propria, trasformata in un dialogo e in un impegno di amore con Dio.
La Parola, portata oggi all’ambone nel Lezionario con la processione di ingresso, è stata affidata, in forma scritta, per la prima volta a Mosè. Sull’altare i bambini di terza elementare hanno posto il cartellone con la immagine di questo patriarca della libertà, uomo che ha vissuto la Parola e della quale è stato missionario.
“MI IMPEGNO A METTERMI IN ASCOLTO DI GESU’ CHE PARLA ATTRAVERSO COLORO CHE MI VOGLIONO BENE”: queste sono le parole che oggi tutti troveranno scritte sul foglietto del proposito settimanale.
I catechisti dell’Iniziazione Cristiana