La preghiera di suffragio per i defunti era presente nella tradizione cristiana fin dai suoi inizi. Abbiamo molti esempi nelle primitive iscrizioni sepolcrali. Ne citiamo una nella quale un cristiano anonimo prega per il padre. “Concedi il riposo all’anima di mio padre Sinete, tu che sei il riposo, la vita e la risurrezione” Bello è pure l’epitaffio che un altro anonimo ha collocato sulla tomba della sposa defunta: “Alla dolcissima sposa Lucifera ogni dolcezza. Ella lascia il suo sposo in un grande dolore. Questa iscrizione è stata posta affinché ogni fratello, leggendola, preghi Dio di accogliere presso di sé la sua anima pura e santa.
Il richiamo alla preghiera per i defunti ritorna con frequenza nelle opere dei Padri della Chiesa. San Gregorio Nazianzeno prega il Signore di accogliere nella vita eterna il più giovane dei suoi fratelli, primo a morire: “Accogli oggi il nostro fratello Cesario quale primizia del nostro pellegrinaggio”. Sant’Ambrogio prega di potersi ritrovare in cielo con tutti quelli che ha amato sulla terra e per loro rivolge al Signore una pressante invocazione: “Ti supplico, o Dio sovrano di tutti, affrettati ad accogliere nel seno della vita questi tuoi figli diletti. In sostituzione della loro vita terrena così breve, concedi loro il possesso della vita eterna” Sant’Agostino, nelle Confessioni , ricorda con commozione la richiesta che la madre morente, santa Monica, rivolse a lui e a suo fratello Navigio: “Seppellite questo corpo dove che sia, senza darvene pena. Di una sola cosa vi prego: dovunque voi sarete, ricordatevi di me davanti all’altare del Signore”. Da sempre nei cristiani è viva la certezza che non solo i vivi ma anche i defunti hanno bisogno della misericordia del Signore per conseguire la gioia eterna.