È importante riflettere su quanto sia fondamentale, per la stessa struttura della persona, l’educazione alla fede in famiglia.
Con ammirazione guardiamo ai giovani genitori che hanno deciso, in un atto di amore e di coraggio, di accogliere un figlio. Ci domandiamo dove possono trovare la forza per portare innanzitutto il peso della fedeltà reciproca, dell’accettare l’uno i limiti dell’altro con grande rispetto, aiutandosi anche a correggersi e divenire migliori. Come e a chi possono affidare i loro timori, le loro paure, l’incognita dell’attesa e della vita di un bimbo.
La scelta di avere un figlio o due o più, con tutto ciò che questo comporta, come il fare spazio ad un’altra persona, nutrirla, accudirla in tutto e per tutto con dedizione mirabile e diuturna, necessita indefettibilmente dell’aiuto di Dio, del fidarsi di Lui, della preghiera per superare ogni impazienza e stanchezza, ogni dolore e preoccupazione.
L’arrivo di un bambino è un miracolo: egli è una “creazione” originale e irripetibile di Dio, è unico, non c’è stato, non c’è e non ci sarà nessuno uguale a lui.
La liturgia della famiglia, dei giovani genitori e di quanti sono loro vicini, è quella di accogliere il dono con gratitudine, con meraviglia e stupore.
Non si può che dire grazie! Non si può che pregare dinanzi ad un bambino appena nato e dire a Dio grazie del miracolo e della fiducia che ha nella mamma e nel papà nell’affidare loro un tesoro come una vita da far fiorire.
Ogni sera almeno i genitori fanno la liturgia della benedizione sul loro bambino, tracciando un piccolo segno di croce su di lui, benedicendo Dio e invocando la sua presenza e benedizione sul loro piccolo perché sia felice, abbia un sonno tranquillo, sia sazio del nutrimento ricevuto per crescere calmo e fiducioso. Papà e mamma pregheranno per un breve momento per essere all’altezza con fiducia delle responsabilità che hanno.
Quanto prima vorranno dare la vita di Dio nuova, nel sacramento del Battesimo, come atto d’amore al loro bambino. Non lascino passare tanti giorni senza questa immensa grazia, più grande della prima nascita, pur mirabile. Non si preoccupino, i genitori cristiani, di feste esteriori e di parenti. Il loro bambino non è un giocattolo da mettere in mostra e loro hanno un grande rispetto di lui. Nel Battesimo poi i bambini sono colmati di Spirito Santo che li inonda di gioia e consolazione, sono con- corporati a Gesù e affidati a Maria e alla Chiesa tutta.
Si narra di san Leonida martire che si chinava a baciare il petto del piccolo Origene, suo figlio, battezzato, perché, diceva, è abitazione di Dio.
Quanto prima i genitori, primi catechisti nel vero senso della parola, insegneranno ai bambini il saluto a Maria, a Gesù, all’angelo custode, perché ogni bambino ha il suo angelo, il segno di croce, poi le prime preghiere come il Padre Nostro, che caratterizza i figli di Dio.
Proprio allora i catechisti nelle parrocchie non lamenteranno più che i bambini che essi preparano alla Prima Comunione non sanno alcunché di Dio, di Gesù, di Maria, dei Santi, né conoscono i primi rudimenti della fede e della preghiera: i genitori sono stati infatti i primi veri catechisti dei loro figli ancor prima di nascere e poi subito dopo.
I genitori cristiani, con la vita, danno ai loro figli ciò che conoscono di più necessario e prezioso sulla terra: la fede in Gesù e la vita eterna, chiedendo per loro il Battesimo. Insegnando la fede, essi sanno che li rendono futuri uomini e donne liete, felici, realizzati, sicuri. Non si vergognino dunque i genitori di trasmettere tutto questo, anche se i loro amici non lo fanno. Quando i figli chiederanno loro conto del perché sono al mondo, potranno rispondere: ti abbiamo voluto e chiesto a Dio, sei nato e vivrai per sempre per Dio che per te ha fatto ogni cosa.
Il coraggio e la forza della dedizione solo da Dio può venire in famiglia, come pure l’aiutarsi, essere presenti il più possibile, apparecchiare e sparecchiare la tavola, pulire insieme la casa e poi frequentare insieme la Chiesa-comunità. È in famiglia che si forma l’uomo e la donna come cittadini e figli della Chiesa per trasfigurare e custodire la creazione in obbedienza al piano del Creatore che all’uomo l’ha affidata.
(Dal testo preparatorio del VII Incontro Mondiale delle Famiglie. Milano 2012)