Venerdì scorso i ragazzi della catechesi, animati dai loro catechisti ed accompagnati da tanti loro genitori, hanno fatto nel sottochiesa la “cena povera”. (vi hanno partecipato circa 250 persone!).
Che cos’è questa “cena povera?”
I catechisti da tempo hanno cominciato a parlare ai ragazzi di questa iniziativa, prima di tutto rifacendosi all’esempio di Gesù che da ricco si è fatto “povero” per amor nostro, ma poi anche ricordando che una gran parte dell’umanità e tante persone che ci stanno attorno, conoscono troppo bene non solo “una cena povera”, ma il normale vivere con scarsità di cibo.
La nostra vita quotidiana è sempre piena di tanti capricci e di tante esigenze e mai ci permettiamo di provare concretamente la stessa fame che tormenta una moltitudine di nostri fratelli.
Per educare i ragazzi ad accontentarsi un po’ di più dell’essenziale e ad abbandonare le troppe e superflue esigenze, i catechisti hanno proposto loro questa esperienza della cena povera. Dovranno accontentarsi di una ridotta quantità di cibo e per di più di una qualità povera, mortificando così la gola e sperimentando un po’ di fame.
Naturalmente questa esperienza non è stata imposta dai catechisti, ma è stata proposta, illuminandola con le parole del vangelo e con spirito di fede e di carità.
Prima di tutto hanno pregato e poi hanno proposto di destinare ai poveri l’equivalente “risparmio” di quella cena.
È ammirevole il fatto che di fronte a questa proposta, i ragazzi sono rimasti entusiasti ed hanno convinto anche i loro genitori ad unirsi a loro.
Questo è significativo anche per noi adulti! Abbiamo sempre tanta difficoltà a lasciare cose che in realtà sono superflue, e al contrario le cose che sono importanti, ma che ci costano, le respingiamo facilmente.
Il bambino, anche se a volte sembra capriccioso, in realtà ha il cuore ancora sano e ci sorprende il suo entusiasmo che non viene meno neppure di fronte a scelte che a nostro avviso sono più grandi di lui.