Discernimento (dalla Riunione pre-sinodale, Documento finale, 19-24 marzo 2018)
Discernere la propria vocazione può essere una sfida, specialmente alla luce degli equivoci che circondano questa parola. Ma i giovani saranno all’altezza di questa sfida. Discernere la propria vocazione può essere un’avventura che accompagna il corso della vita. Detto questo, molti giovani non sanno come intraprendere il processo di discernimento, e questo offre alla Chiesa l’opportunità di accompagnarli.
Molti fattori influenzano la capacità di un giovane di discernere la propria vocazione: la Chiesa, le differenze culturali, le esigenze lavorative, il mondo digitale, le aspettative delle famiglie, la salute mentale e lo stato d’animo, il rumore, la pressione dei coetanei, gli scenari politici, la società, la tecnologia, ecc.. Dedicare tempo al silenzio, all’introspezione e alla preghiera, così come leggere la Scrittura e approfondire la conoscenza di sé, sono opportunità di cui pochissimi giovani si avvalgono. C’è bisogno di essere meglio introdotti in questi ambiti. Anche far parte di gruppi, movimenti e comunità di ispirazione cristiana può sostenere i giovani nel loro discernimento.
Riconosciamo in particolar modo l’eccezionale sfida che le giovani donne devono affrontare al momento di discernere la loro vocazione e il loro posto nella Chiesa. Proprio perché il “sì” di Maria alla chiamata di Dio è fondamentale per l’esperienza cristiana, le giovani donne oggi hanno bisogno di spazio per dare il proprio “sì” alla loro vocazione. Incoraggiamo la Chiesa ad approfondire la sua comprensione del ruolo della donna e a dare maggiori possibilità decisionali alle giovani donne, siano esse laiche o consacrate, nello spirito dell’amore che la Chiesa ha per Maria, la madre di Gesù.
[…]. La fede non è un po’ di miele in bocca per imbonire l’ingoiare di qualche pillola amara. A volte è qualcosa che brucia, come il sale su una ferita. Ma proprio per questo le impedisce di marcire. Siamo chiamati a essere sale, non miele.