Il Vangelo ci riferisce l’inizio del ministero di Gesù. Egli entra nella sinagoga di sabato e si mette a insegnare. La prima attività di Gesù è l’insegnare poiché Egli è colui che ci rivela il disegno di Dio dal quale discende su di noi la vita nuova. L’evangelista Marco osserva: «Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi» (Mc 1,22). Immediatamente l’insegnamento di Gesù non si presenta come un insegnamento ordinario; infatti, Egli non basa quello che dice sull’autorità di altri: Gesù ha autorità per se stesso come sottolinea l’evangelista Matteo quando afferma «Avete inteso che fu detto dagli antichi … ma io vi dico» (cfr. Mt 5,21-48).
L’insegnamento di Gesù è accompagnato dalle opere: «Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui» (Mc 1,23-26). La venuta di Gesù, il suo insegnare e operare, è per la liberazione dell’uomo, per donarci la vera libertà dei figli di Dio. La potenza di Gesù nelle opere ne conferma l’autorità nell’insegnamento.
La promessa che Dio fa a Mosè dell’invio di un profeta simile a lui – la prima lettura di questa domenica – perciò trova compimento in Gesù stesso.